FRAMMENTI DI UNA STORIA
CAP.6
Il capitano Raydor era in sala relax, aveva bisogno di un caffè per affrontare la giornata. Sentì la porta aprirsi e con la coda dell’occhio vide entrare il tenente Flynn.
«Buongiorno capitano Raydor.» disse Flynn con un grande sorriso.
«Buongiorno tenente Flynn.» disse Sharon e ricambiò il sorriso. Stranamente era contenta di averlo incontrato, la giornata sembrava aver preso la svolta giusta. Flynn prese la sua tazza e cercò la brocca per il caffè.
«E’ qui. Ne ho preparato un po’ di più. Sa, nel caso qualcuno ne volesse.»
«Oh grazie. Che bel pensiero. E poi diciamo la verità, sa fare il caffè meglio di me.» disse Flynn e si riempì la tazza. Il caffè era caldo e fumante, appoggiò la tazza sul bancone e si tolse la giacca per stare più comodo. Sharon sgranò gli occhi, le bretelle rosse spiccavano sul completo total blue, con camicia e cravatta abbinata, un vero spettacolo! Inoltre il pantalone cadeva proprio bene e metteva in mostra il fondoschiena del tenente, mentre si girava ad appoggiare la giacca su una sedia. Flynn si voltò e notò che il capitano lo fissava. Sorrise soddisfatto. Sharon diede un colpo di tosse, per darsi un tono «Sarò brava con il caffè, ma le mie fonti dicono che il tenente Flynn è un ottimo cuoco, oppure sbaglio?» sorseggiò il caffè e fece finta di nulla. “Accidenti, mi ha beccato!” pensò tra sé. “Sono un’idiota!”
«Le sue fonti sono molto attendibili capitano.» si avvicinò e la fissò con due occhi da cucciolo abbandonato «mi riserbo di farle provare la mia cucina, giusto per verificare la veridicità delle sue fonti. Che ne dice?» Si avvicinò ancora di più, quasi a toccare il capitano. «Scusi, prendo un tovagliolo…» Sharon respirò la colonia inebriante del tenente, che le fece girare la testa per un momento. Quell’uomo urlava sesso da tutti i pori della pelle, che schianto!
«Che caldo, il caffè è davvero bollente!» si allontanò, la presenza del tenente era pericolosa. Una vampata di calore la fece trasalire.
«Prima di assaggiare la mia cucina, accetterà il mio invito? Come colleghi. Giusto per ringraziarla per avermi salvato dall’ira del capo Johnson e non aver segnalato nulla sul mio fascicolo.» La fissò e sperò che dicesse di sì. Sharon lo guardò, non riusciva a proferire parola. Sorrise, fece spallucce e disse «Ma certo. Come colleghi.»
/
L’avvocato Gavin Baker e il procuratore Andrea Hobbs erano senza parole, felicemente sorpresi che la loro amica finalmente stesse parlando di un uomo.
A pranzo Sharon aveva appena toccato cibo e parlava a fiume di quell’idiota, che senza alcun dubbio era il tenente Flynn della Crimini Maggiori. Parlava di lui, a volte definendolo un idiota, ma comunque ne parlava, perché? Qualcosa non quadrava. Erano entrambi stupiti, finchè Gavin interruppe il fiume di parole di Sharon «È un tipo molto elegante, su questo sarete d’accordo con me.»
«Sull’eleganza hai ragione, chapeau.» disse Sharon e fece mente locale sulle cravatte e le bretelle, molto sexy. Inoltre sapeva portarle con sicurezza e fascino. Doveva ammettere che il tenente Flynn era un bell’uomo, aspetto curato, uomo di charme, vestiti unici e sicuramente sartoriali. «Completo di gran classe. Cravatte e bretelle di gusto, eleganti. Neanche Jack nei tempi migliori si vestiva così bene.» Silenzio «E le scarpe? Le hai viste? Credo siano italiane, ottima manifattura!”
«Quelle volte che sono alla Crimini Maggiori devo ammettere che è il più elegante e sexy …» Disse Andrea, quasi provocando Sharon. Gavin sorrise, capì dove voleva arrivare il procuratore.
«Se avesse lo stesso gusto che ha per i vestiti, come per le donne… allora …»
«Allora ci ha provato?» chiese Andrea, fissò Sharon e fece un sorrisetto d’intesa con Gavin.
Sharon si ammutolì e la fissò per un momento «Ecco …diciamo, sì e no.»
Gavin spalancò gli occhi, era ancora più confuso. Sharon continuava a parlare di Andy Flynn e lui non ci aveva provato e forse sì «Potresti essere più chiara, tesoro, così mi confondi solo le idee …» sorrise e guardò Andrea che annuì: Sharon era diventata rossa. Raccontò di quando il tenente Flynn davanti a tutta la squadra della Crimini Maggiori aveva sostenuto la sua tesi di condotta e il giorno seguente, il tenente Flynn aveva risolto una questione difficile, disubbidendo agli ordini del capo Johnson. Così dopo averlo elogiato, il capo Johnson l’aveva spedito al FID, chiedendo al capitano Raydor di rimproverarlo duramente e di sottolineare che si ubbidisce agli ordini. Così si erano rivisti.
«Quindi poi ci ha provato?»
Diede un colpo di tosse e cercò di darsi un contegno «Ti spiego: allora non è che ci ha provato, mi ha detto … di pensarci.»
«In che senso?» Gavin era confuso e curioso.
«Conoscete il ristorante italiano lungo la spiaggia? Si chiama “Da Giacomo” e pare che la cucina sia spettacolare. Non si riesce ad avere un tavolo se non prenoti almeno, e dico almeno sei mesi prima?! Ebbene il tenente Flynn mi lascia un bigliettino sulla scrivania con l’invito “Da Giacomo” per venerdì sera alle 20.00.»
«Wow! Quindi hai accettato?»
«In realtà mi ha richiesto di accettare l’invito e siccome sembrava che ci tenesse tanto, non me la sono sentita …»
«Quindi hai accettato?» incalzò Gavin.
«Un’uscita tra colleghi, per ringraziarmi per non aver segnalato nulla sul suo fascicolo.»
«E allora? …» chiese ormai sfinita Andrea.
«Non volevo che ci rimanesse male, in fondo si era comportato in maniera gentile ed educata. Ok, alla fine ho accettato!» rispose soddisfatta.
«Andrea mi devi 100 dollari.» disse Gavin con un gran sorriso.
«Avete scommesso?» Chiese Sharon.
«Tesoro, il buon Gavin scommette solo per vincere. Conosco i miei polli. Lo sapevo e ora Andrea mi pagherà una buona cena, mentre tu andrai “Da Giacomo” con il tenente Flynn. Ci racconterai ogni minimo particolare e voglio sapere anche del menù.» sorrise.
Sharon si sentì colpita nell’intimo, come se fosse stato messo a nudo un nervo scoperto. Perché sentiva qualcosa muoversi nello stomaco, perché le parole di Gavin la disturbavano, cosa non quadrava? Riprese a mangiare a finì quello che c’era nel piatto. Silenzio. Gavin si accorse che la sua amica era a disagio, continuava a stropicciarsi le dita e non stava ferma sulla sedia.
«Sharon è scomoda la sedia?»
«No Gavin, deve essere il pensiero di andare a mangiare nel ristorante più inarrivabile di L.A.…»
«Bèh, è solo un invito a cena. Come colleghi!»
«Adesso siete colleghi, questa sì che è bella!»
«Siate davvero simpatici e avete persino scommesso, non si fa così con gli amici …» Sharon fece finta di mettere il broncio.
«Avanti Sharon, non ti arrabbiare, sai che teniamo a te e che siamo solo felici di vederti uscire con un uomo, in fondo se uno si diverte che male c’è, sei sempre lavoro e casa, casa e lavoro!»
Silenzio.
«Sharon …»
«Sharon tutto ok?»
«Cosa?» Sharon aveva la testa altrove «No, tutto ok. Anzi, avrei un poco di mal di testa. Preferirei andare a casa, se non vi dispiace.»
«Certo tesoro. In effetti hai l’aria stanca, sarà colpa dell’eleganza …»
«Di cosa?»
«Bè … a furia di parlare di quell’idiota è venuto mal di testa anche a me. Andiamo.» Gavin si alzò e andò in cassa per pagare il conto, seguita da Andrea. Sharon rimase un momento senza parole, realizzò quello che Gavin aveva appena detto «Gavin, Andrea aspettate, avete frainteso quello che … siamo colleghi, solo colleghi.»
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Continua …
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