La notte era insolitamente limpida. La piazza era illuminata dalla luce proveniente dalla luna, piena e raggiante. Tutto era immerso nella quiete più assoluta, come sempre. Ma, in prossimità del pozzo, c’era qualcuno. Dalla finestra a tre ante del salotto, Davide strizzò gli occhi per osservare meglio. C’era sicuramente qualcuno, e sembrava lo stesse a sua volta fissando. Davide ignorò il suo istinto, che gli diceva di non uscire di casa, di tirare le tende e tornarsene a letto - perché gli era (quasi) chiaro che era lì che si trovava in quel momento, che quello che stava vivendo era solo l’ennesimo sogno - e tuttavia assecondò la sua curiosità.23Please respect copyright.PENANAvl5pMF9fuT
In realtà non si trattava solo di mera curiosità. Sentiva di doverlo fare, ne aveva “bisogno”.23Please respect copyright.PENANAl4HnEfCMc9
Uscì di casa e si incamminò verso la figura. La donna - perché da quella distanza era chiaro che fosse una donna - era seduta sulla ghiera del pozzo e teneva un fagotto tra le braccia. Il fagotto si mosse appena e produsse un verso debole, simile a un vagito.23Please respect copyright.PENANAESR0CuldsA
“Sara”, riconobbe la donna Davide ad un certo punto, mentre continuava ad avanzare verso di lei. Improvvisamente, i battiti del suo cuore aumentarono d’intensità, le pulsazioni si fecero più veloci. Aveva provato la stessa sensazione, piacevole e terrificante allo stesso tempo, in presenza di Victor Manferrati, solo che stavolta quel singolare legame lo avvertiva con... Sara?23Please respect copyright.PENANAsieQ2cULuQ
No, non con Sara.23Please respect copyright.PENANA0OXF9rAOfP
Mentre finiva di farsi quella considerazione, oltre al cuore anche il suo stomaco entrò in subbuglio. Prese a contorcersi, come in preda a dei dolorosi morsi di fame. Fame e sete.23Please respect copyright.PENANA9GMqGjyV0s
Il piccolo tra le braccia di Sara iniziò a piangere disperato, sembrava quasi che anche lui avesse percepito la sua presenza e ne fosse in qualche modo, per qualche ragione, terrorizzato.23Please respect copyright.PENANA9O4KUJUeJK
Davide sapeva il perché. Sapeva che aveva ragione, che doveva avere paura. Era una consapevolezza che aumentava con i morsi della fame e della sete e si faceva terribilmente chiara a mano a mano che si avvicinava a lui.23Please respect copyright.PENANAmjmMbiAgFc
Sara era bella alla luce della luna, bella come ricordava e forse anche di più. Bella e infinitamente triste.23Please respect copyright.PENANAEAgzfYvwqw
«Ti avevo detto che non lo volevo» le ringhiò addosso con un astio che lui stesso stentava a capire. Un tempo aveva amato Sara, la amava ancora, allora perché si era rivolto a lei in quel modo?23Please respect copyright.PENANAK9UTdTNa3g
«Perché lo hai portato qui?»23Please respect copyright.PENANAI874LPvK0q
«Dovevi sapere...» alitò lei affranta.23Please respect copyright.PENANAT29ZW210UC
Sì, doveva sapere, e ora lo sapeva. E lo sapeva anche il bimbo che, in preda ormai al panico più assoluto, si era fatto viola per lo sforzo di piangere23Please respect copyright.PENANAZ6nNSCl7bq
«Dammelo», le ordinò.23Please respect copyright.PENANA0kax55kP1O
Sara se lo strinse di più al seno, cercò di coprirlo come meglio poté alla sua vista e lo supplicò, con la voce rotta dall’angoscia: «Ti prego, non fargli del male.»23Please respect copyright.PENANAuJ1yP7kMsQ
Davide afferrò un lembo della copertina con cui Sara aveva cercato di nasconderlo alla sua vista e lo scoprì. Il bambino continuava a dimenarsi e a urlare, ma Davide non se ne curava. Tutti i suoi sensi erano concentrati in un’unica direzione, assecondavano il suo istinto famelico. Non udiva il pianto del piccolo, ma i battiti del cuore che gli pulsava sangue nelle vene. Non vedeva le sue lacrime ma la pelle chiara, le guance rosa, e le labbra - Davide si leccò le sue - oh, quelle piccole, deliziose labbra colme di vasi sanguigni e nervi...23Please respect copyright.PENANAUrV9wlZ81n
«Dammelo subito!» reiterò con forza, mentre i morsi della fame crescevano e le sue papille gustative sollecitate dalla vista e dall’olfatto iniziavano a stimolare la salivazione.23Please respect copyright.PENANASHTsPDmemq
Strappò il piccolo dalle braccia della madre, poi tutto si fece confuso. Ogni cosa cadde nel buio più assoluto, come inghiottito dal nulla: Sara, il bambino, il pozzo, la piazza, le case, il profilo degli alberi: tutto.23Please respect copyright.PENANAYNtlUXdrOb
C’era solo una cosa che Davide continuava a percepire, ed era il sapore metallico del sangue nella sua bocca.23Please respect copyright.PENANAkNGxvGCg39
“Oddio, cosa ho fatto? È una cosa orrenda... disgustosa e orrenda...” pensò, in preda ai sensi di colpa e a un tardivo risveglio di coscienza. 23Please respect copyright.PENANAiPX2xHHkJb
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Davide aprì gli occhi di scatto, inorridito dall’incubo appena fatto. Aveva in bocca il gusto ferroso del sangue e non riusciva a stabilire se fosse dovuto al sogno raccapricciante appena fatto o se, al contrario, fosse stato proprio il sapore che aveva in bocca - gli capitava spesso quando aveva un calo di globuli rossi - ad averlo ispirato.23Please respect copyright.PENANA0od8fCmvxb
Si passò entrambe le mani sul volto, gesto che faceva di solito al risveglio, e si sorprese di trovarlo più rasposo di quello che si sarebbe aspettato. Provò a stabilire, dal poco di luce che filtrava dalle spesse tende dovutamente chiuse, che ora fosse. Impresa per niente facile.23Please respect copyright.PENANArQk8jvrUZY
Ancora non del tutto sveglio, con la mente annebbiata dal sonno, cercò a tastoni il cellulare sul comodino per verificare l’ora e lo trovò dopo diversi tentativi, non prima di aver fatto cadere a terra la bottiglia d’acqua che di solito teneva sul comodino per la notte e il flaconcino delle pillole che, secondo Victor Manferrati, lo avrebbero aiutato a vivere più a lungo. Davide non se ne curò minimamente. L’acqua l’avrebbe recuperata più tardi e le pillole potevano anche andare in malora, per quanto lo riguardava.23Please respect copyright.PENANASh6nGr1u3i
Si portò il telefono davanti agli occhi ed emise un lungo sospiro di rassegnazione nell’accorgersi che era spento. Di norma lo metteva sotto carica quando andava a letto, ma, sempre di norma, a letto ci arrivava con le sue stesse gambe, del tutto lucido e consapevole di sé. 23Please respect copyright.PENANAOwUmkyiaT5
«Va bene, ho capito, mi alzo!» esclamò, rastrellando tutte le sue forze e facendo quanto aveva detto. Raccolse da terra la bottiglia d’acqua, ne approfittò per berne un lungo sorso e togliersi dalla bocca lo sgradevole sapore di sangue, e la rimise sul comodino, vicino al raccoglitore contenente il testo del manoscritto che, lo ammetteva, era curiosissimo di iniziare ad esaminare.23Please respect copyright.PENANAK6iwEVSWz3
Prima di tutto, però, aveva bisogno di mettersi qualcosa addosso. Santo (chi altri sennò?) si era premurato di togliergli i vestiti di dosso prima di metterlo a nanna, e in quel momento indossava solo i boxer. Recuperò il pantalone della tuta dalla panca ai piedi del letto, dove li aveva lasciati il giorno prima, e li indossò, insieme ad una t-shirt pulita che prese da uno dei cassetti nell’armadio. Collegò il telefonino al caricabatterie ma rinunciò ad accenderlo, avrebbe perso troppo tempo e l’ora poteva sempre verificarla dall’orologio a muro che c’era sulla parete in cucina. Prese il raccoglitore e scese al piano terra, ormai del tutto dimentico dell’orrendo incubo appena fatto.23Please respect copyright.PENANARExIA5f696
Le lancette dell’orologio a muro indicavano le diciassette e trenta. Non era da lui svegliarsi tanto tardi ma doveva ammettere che quella lunga dormita lo aveva aiutato a tornare in forze.23Please respect copyright.PENANAYkEIijfmBV
Si sentiva bene. Stranamente bene. Nessun dolore muscolare o addominale, nessun ronzio alle orecchie, niente mal di testa o vertigini, niente nausee post risveglio, niente stanchezza.23Please respect copyright.PENANAV7Y1NCQiPm
Rigenerato, questo era il termine che gli venne in mente. A dire il vero, ora che studiava l’interno del frigorifero, non aveva nemmeno fame. Decise che poteva fare a meno della colazione - in ogni caso era ormai quasi ora di cena - e si preparò invece un caffè, che bevve in piedi dinanzi al lavandino. Depositò la tazzina ormai vuota nell’acquaio, poi scostò la tenda per dare una sbirciatina fuori.23Please respect copyright.PENANA8K7CgXIPhU
Non c’era nebbia quel pomeriggio, ma il cielo era coperto da un compatto strato di nuvoloni grigi. Il giorno ideale per stare all’aria aperta, pensò ironicamente Davide. Andò a recuperare il raccoglitore che aveva lasciato sul tavolo e si recò nella veranda, sotto la quale erano stati disposti un divanetto e due poltroncine. Davide optò per il divanetto, fornito di morbidi cuscini, che risultò essere davvero molto confortevole.23Please respect copyright.PENANArf1uvUmSiT
Sapeva di avere molte cose delle quali occuparsi, tra cui liberarsi dei giocattoli che il giorno prima aveva raccolto in grossi scatoloni e cercare una ditta di trasporti disposta ad occuparsi del trasloco delle sue attrezzature, ma la voglia di dare una prima occhiata al contenuto del manoscritto era troppo forte, non sarebbe riuscito a concentrarsi in niente altro se non l’avesse assecondata.23Please respect copyright.PENANAbJoLa2rf4R
Davide aprì il raccoglitore con estrema delicatezza, come se avesse avuto per le mani l’originale stesso, ed iniziò ad esaminare le pagine fotocopiate del testo.23Please respect copyright.PENANAYaHT0droay
Per prima cosa notò il modo in cui era stato scritto. La calligrafia aveva un tratto pulito ma frettoloso, come era giusto aspettarsi in un diario che serviva essenzialmente a raccogliere memorie quotidiane o pensieri intimi nati sul momento e che, di conseguenza, venivano messi per iscritto di getto, senza troppo starsi a preoccupare della forma.23Please respect copyright.PENANAPV9CejMaiA
Perfettamente leggibile, in ogni caso.23Please respect copyright.PENANAgdFXAtkfDd
Davide prese nota del luogo e della data registrati in alto a destra della prima pagina del diario: Mestrieri, sette novembre 1706.23Please respect copyright.PENANA5tvtVRcpoc
Poi iniziò a leggere le prime righe, scritte in volgare, e si sorprese di scoprire che il diario, in realtà, sembrava avere un destinatario preciso: Gisella Manferrati.23Please respect copyright.PENANAggOuZwu9Hk
A lei infatti si rivolgeva il marchese Cornelio.23Please respect copyright.PENANAgeFUgfFerK
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Cara Gisella, non so spiegarti per quale motivo io mi sia deciso a raccogliere le mie memorie solo oggi, in un giorno così tragico per la nostra bella cittadina qual è stato questo appena conclusosi. Forse perché sento che la mia dipartita si avvicina e il bisogno di farti conoscere le ragioni delle mie azioni si fa impellente. So che forse non mi perdonerai mai, ma tu devi comunque sapere. Ne hai ogni diritto. 23Please respect copyright.PENANAawTW88HFWO
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Davide si interruppe di colpo, colto dalla necessità di appuntarsi un paio di cose.23Please respect copyright.PENANAoViIBnarQT
Gisella: chi era? La figlia del marchese? La sorella? La moglie, un’amante? Probabilmente lo avrebbe scoperto nel corso della lettura, ne era consapevole, ma sentiva comunque il bisogno di annotarselo, così come faceva di norma quando lavorava ad un testo.23Please respect copyright.PENANABTjTGdcO2I
Tragico giorno per la cittadina (o comunità?): che cosa era avvenuto di tragico in quel giorno, il sette novembre 1706? Il marchese lo avrebbe specificato più avanti? Si augurava di sì. In caso contrario avrebbe provato a fare una ricerca. Per esperienza sapeva che contestualizzare poteva servire nel caso in cui si fosse trovato a dover ricomporre parti illeggibili o mancanti del testo.23Please respect copyright.PENANAOkJAzYB3IS
Decise di non proseguire oltre con la lettura. C’era troppa carne sul fuoco in appena tre righe, e lui voleva fare le cose per bene, con calma e metodo. Ci sarebbe tornato sopra in serata, dopo aver sbrigato incombenze meno interessanti ma ugualmente urgenti.23Please respect copyright.PENANAk9a7LPnVcj
Intanto, però, niente gli vietava di dare un’occhiata alle immagini che si trovavano sparse qua e la nel testo, come aveva avuto modo di notare quando aveva esaminato il manoscritto originale la sera prima. Così fece scorrere velocemente le pagine in cerca dei disegni sui quali, una volta intercettati, si soffermava a lungo. Erano disegni ad inchiostro, eseguiti con una certa maestria e raffiguranti prevalentemente paesaggi.23Please respect copyright.PENANAHTwCgFRDZz
Proprio quando aveva deciso che per quel giorno poteva bastare, gliene capitò uno sotto gli occhi che lo colpì particolarmente. Si trattava di un castello arroccato sopra una collinetta, al quale si arrivava attraverso una ripida scalinata in sassi.23Please respect copyright.PENANATu8xJtqxDg
Davide era quasi sicuro di aver già visto quel castello da qualche altra parte, ma non ricordava dove. Qualcosa che aveva a che fare con ricordi legati alla sua infanzia, o così gli parve di credere.23Please respect copyright.PENANADQRO2jJlwn
Stette a pensarci a lungo e, siccome non ne veniva a capo, decise di parlarne con sua sorella. Istintivamente si portò la mano nella tasca dei pantaloni della tuta e si ricordò solo in quel momento di aver lascito il cellulare in carica sul comodino nella stanza da letto. Si alzò dal divano e tornò in camera, salendo le scale a due a due col raccoglitore sotto il braccio, eccitato come un moccioso che si preparava ad andare al primo appuntamento con una ragazza.23Please respect copyright.PENANAlPx2Ap0KYj
Acceso il cellulare, scattò un paio di foto al disegno del castello e inviò quella meglio riuscita alla sorella, insieme ad un messaggio:23Please respect copyright.PENANAWOpm7Rp1K3
“Ehi, Mel, ti dice niente questo disegno?”23Please respect copyright.PENANA890Ls5qvOC
Mentre attendeva la risposta della sorella, decise di salire nello studio in mansarda dove aveva lasciato il suo laptop, per effettuare ricerche anche da lì. Non fece nemmeno in tempo a sedersi davanti alla scrivania che Melissa lo chiamò.23Please respect copyright.PENANAMmXmNFw8ww
«Sei vivo, allora» lo salutò freddamente la sorella. «No, perché cominciavo a pensare fossi morto, visto che non ti fai sentire da giorni.»23Please respect copyright.PENANAaQTvEF2QmA
«Eddai, Mel, sono stato occupato.»23Please respect copyright.PENANAPloH82ZpwP
«Certo, come no, occupato a farti le seghe. A proposito, come va? Com’è il buco del culo del mondo dove sei andato a vivere?»23Please respect copyright.PENANAzGogfLuIQH
Davide sospirò. Si era quasi dimenticato di come fosse complicato relazionarsi con sua sorella.23Please respect copyright.PENANAW66JrdNUbw
«Silenzioso» non trovò meglio da dire, e forse avrebbe dovuto sforzarsi di più, conoscendo Melissa. Che infatti tornò all’attacco, con un tono di voce che oscillava tra l’irritato e l’allarmato: «Che vuol dire, silenzioso?»23Please respect copyright.PENANA6tUUStlvr2
«Silenzioso sta per tranquillo e pacifico. È un posto tranquillo e pacifico, che è esattamente quello di cui avevo bisogno. Senti, Mel, sto lavorando. Ti è arrivata la foto?» disse. Stava per accendere il laptop quando si accorse che dalla stanza dei giochi proveniva una luce soffusa. Non se ne era accorto mentre saliva le scale perché era troppo preso dal desiderio di scoprire se aveva ragione riguardo al disegno nel manoscritto. Rinunciò ad accendere il laptop e si mosse lentamente verso l’uscio.23Please respect copyright.PENANA0phLkf7gur
«Sì, l’ho visto il disegno. Ce l’hai tu?» stava dicendogli Melissa nel frattempo.23Please respect copyright.PENANA2ZK66EspsM
Davide si fermò sulla porta dello studio, il cuore in gola. La porta della stanza dei giochi era chiusa, ma dalla fessura filtrava la luce. E lui non ricordava di aver fatto né una cosa né l’atra. Quando, il pomeriggio prima, aveva finito di riporre i giocattoli negli scatoloni, non aveva sentito la necessità di chiudere la porta della stanza. E, di sicuro, non aveva lasciato la luce accesa. Attraversò con cautela il pianerottolo, muovendosi piano per non fare rumore.23Please respect copyright.PENANAYQ5YvzSU1r
«Come?»23Please respect copyright.PENANAciV7cVMYkP
«Pronto? Ci sei? Ehilà, Terra chiama Marte, mi ricevete? Il disegno di mamma, testone. Lo hai tu o ti ha mandato la foto papà?»23Please respect copyright.PENANASJu4z0DJH2
Davide, che aveva già afferrato la maniglia della porta della stanza dei giochi, corrugò la fronte. «In realtà l’ho trovato su un documento che stavo leggendo per caso... Ma di che parli? Quale disegno di mamma?»23Please respect copyright.PENANA8RmJC1dCvv
«Sembra una delle illustrazioni che mamma aveva fatto per il libro di papà, quello che aveva scritto per bambini. Papà ce lo leggeva sempre quando eravamo piccoli.»23Please respect copyright.PENANAYXcZy3HJvU
Davide rivide se stesso bambino, seduto sul tappeto del salotto davanti al camino acceso, insieme a Melissa e Niccolò. Suo padre aveva l’abitudine di leggere loro una storia prima di mandarli a letto. Da sempre, da quanto Davide ricordava. Anche quando sua madre era viva, era suo padre che leggeva loro le storie della buonanotte. Aveva continuato a farlo anche dopo la morte della moglie, almeno fino a quando aveva deciso che attaccarsi alla bottiglia per fuggire dalla realtà fosse di gran lunga più confortevole che rimanere lucido e prendersi cura di loro tre. Per un po’, del ruolo di lettore si era fatto carico Niccolò. E poi tutti erano diventati troppo grandi per le fiabe della buonanotte. O, semplicemente, troppo indifferenti l’uno all’altro.23Please respect copyright.PENANAYbyaIXTl0h
«Me ne ero dimenticato...» farfugliò Davide fermo davanti alla porta ancora chiusa, parlando con se stesso.23Please respect copyright.PENANA06fy9xXzZX
«Dove hai detto che lo hai visto?»23Please respect copyright.PENANAn9dQrHbgfT
La voce di Melissa lo riscosse dai suoi pensieri.23Please respect copyright.PENANATaYcE6dLKS
«In un documento antico. Sai dove si trova? Il castello, intendo...»23Please respect copyright.PENANAQ012suyzOT
«Non ne ho idea. Questo dovresti chiederlo a papà. Che, tra l’altro, comincia a preoccuparsi seriamente per te, Davide. Dice che non lo chiami mai...»23Please respect copyright.PENANAFequlk659P
« Sì, lo so. Lo chiamerò più tardi» promise, decidendosi ad aprire la porta della stanza dei bambini. E qui, preso dallo stupore, si lasciò sfuggire un verso che non passò inosservato alla sorella.23Please respect copyright.PENANAiERdLTqwnL
«Davide, che succede? Stai bene?»23Please respect copyright.PENANA04RGD46E0u
Davide entrò nella stanza e si guardò intorno, sbigottito.23Please respect copyright.PENANAYvwqHahPIG
«Sì, Mel, è che...»23Please respect copyright.PENANAKvvGniKsH8
«“Che” cosa?»23Please respect copyright.PENANABULboNL11i
“Che tutti i dannati giochi sono al loro dannato posto, così come erano ieri” pensò. Ovviamente si vide bene dal dirlo ad alta voce. Sua sorella non avrebbe capito. In compenso, però, si sarebbe spaventata a morte - lui stesso era spaventato a morte - perciò le rispose, semplicemente:23Please respect copyright.PENANASjC0jlgu5l
«Niente, Mel. È tutto a posto. Senti, devo andare, ma ti prometto che mi farò vivo presto.»23Please respect copyright.PENANANmUyMbjr9n
«E più spesso.»23Please respect copyright.PENANAKO8CiXVkbv
«E più spesso.»23Please respect copyright.PENANAKE9H0SwTQC
«E chiama papà, testone. Ha già abbastanza dispiaceri con Niccolò, non gliene servono di nuovi.»23Please respect copyright.PENANAZ4dV6WhPob
Davide si mosse piano verso un angolo della stanza, dove erano stati ammucchiati gli scatoloni vuoti, e ci sbirciò dentro, come se nel loro interno avesse potuto trovare la soluzione a quel nuovo, misterioso enigma.23Please respect copyright.PENANAoyIdLnBKxl
«Perché, cosa ha fatto Niccolò?» chiese, distrattamente.23Please respect copyright.PENANAriA2eM8dZb
«Come, non hai saputo?»23Please respect copyright.PENANARPz6q178mv
«Se lo avessi saputo no te lo avrei chiesto» replicò Davide spazientito, tirando un calcio ad uno dei cartoni vuoti.23Please respect copyright.PENANAJ6qZguFtn3
«L’azienda ha fallito. Sta cercando di salvare il salvabile vendendo quello che può per pagare i debiti, ma non credo riuscirà ad estinguerli tutti. Insomma, un gran bel casino.»23Please respect copyright.PENANAI2H8RTCDdm
Davide non riuscì a dire nulla. Sapeva che suo fratello era sempre in cerca di soldi, ma non avrebbe mai immaginato che la situazione fosse tanto drammatica. Mentre era lì che cercava di riordinare le idee - tra il mistero dei giochi di nuovo al loro posto e la notizia del crollo finanziario del fratello c’era di che farsi scoppiare la testa - il cellulare squillò per annunciare un messaggio in arrivo. Davide controllò il mittente ed emise un profondo respiro. 23Please respect copyright.PENANAg4CTLdTQtI
«Devo andare, Mel. Davvero. Chiamerò papà, lo farò più tardi, promesso» disse, prima di chiudere la telefonata.23Please respect copyright.PENANAYSwSzPWH3t
Non che avesse fretta di leggere il messaggio che gli era appena arrivato, ma stavolta non poteva semplicemente ignorarlo. Era di Sara e Sara era un po’ che non si faceva viva, né Davide si aspettava lo facesse così presto, e questo era un fatto insolito quanto allarmante.23Please respect copyright.PENANAggHrrPwYRS
Si guardò intorno un’ultima volta, fece dondolare il cavalluccio che era tornato ad essere nello stesso punto in cui lo aveva trovato al suo arrivo in quella dannata casa appena una manciata di giorni prima, tra la casa delle bambole e la piccola libreria colma (di nuovo) di libri per bambini, e si decise ad aprire il messaggio.23Please respect copyright.PENANAqmKPtGY5SE
Qualcuno continuava ad entrare in casa sua senza il suo permesso, suo fratello si trovava in guai grossi e suo padre era ad un passo dall’attaccarsi di nuovo alla bottiglia. Poteva andare peggio di così?23Please respect copyright.PENANAyoeUZnmez8
Stava per scoprire di sì.23Please respect copyright.PENANA7hNy5QoRBL
Sotto la foto sgranata di un feto (o si trattava di un embrione?) c’era scritto: “Avevi detto che la scelta era solo mia. Dispiace anche a me, Davide, ma io ho scelto lui.”23Please respect copyright.PENANA2UIgdsdcAl